L'Abito fa il Monaco. Eccome se lo fa. Anche online...
Sono su Facebook. Sto scorrendo il feed e leggo il post di un collega che si lamenta di un commento ricevuto su Youtube sotto un suo video. In estrema sintesi, l'utente in quel commento diceva: "Il video si sente male, l'inquadratura è venuta peggio e lo sfondo finto non si può vedere.
Voglio sperare non sia questo il livello di professionalità dei tuoi servizi..."
Il collega (che so essere un professionista preparato) ha reagito con un pò di stizza (umana e comprensibile) lamentando la troppa attenzione all'apparenza e troppo poca alla sostanza.
"E' importante quello che dico nel video, non come mi presento..." Che è vero. Peccato però che il nostro cervello NON funziona così. Te lo DIMOSTRO e spiego con questo post. Pronto? Bene, cominciamo... Leggi le descrizioni di queste due persone:
Fatto? Ottimo. Ora pensa (senza rileggere): chi preferisci tra Paolo e Mario?
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Se sei come la maggior parte delle persone, avrai visto Paolo (il primo) in una luce più positiva di Mario. Le caratteristiche iniziali dell’elenco modificano il significato stesso delle caratteristiche che appaiono in seguito.
Nonostante gli aggettivi siano li stessi, ma solo citati al contrario. Si tende a giustificare e a provare perfino rispetto per l’ostinazione di una persona intelligente (Paolo in questo caso), mentre si ha l’impressione che l’intelligenza renda ancora più pericolosa una persona invidiosa e ostinata (Mario). [cit* Daniel Kahneman]
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E’ vero o no? E’ proprio così. E’ “colpa” dell’effetto alone, che ci fa tendere ad apprezzare (o detestare) tutto di una persona, aggrappandoci alla “prima impressione” che essa ci fa, formulando di conseguenza i nostri giudizi successivi in base a come ci è sembrata all’inizio.
E’ un meccanismo automatico del nostro cervello al quale NON si può sfuggire: certo ci sono persone più “succubi” a questo effetto rispetto ad altre, ci sono situazioni in cui conta di più rispetto ad altre, ma bisogna farci i conti quasi sempre.
Dell’effetto alone parla anche Robert Cialdini in “Le armi della persuasione” quando, nel capitolo dedicato alla “Simpatia”, dice: “[…] Dalla ricerca sappiamo che si tende ad attribuire automaticamente alle persone di bell’aspetto altre caratteristiche positive come talento, gentilezza, onestà e intelligenza. Non solo, ma questi giudizi sono dati senza rendersi conto che vi entri in gioco la bellezza. Certe conseguenze di questa equazione inconsapevole “bellezza = bontà” mi spaventano. […]”
A questo punto starai pensando, “e che c’entra tutto questo con la presenza online?” C’entra, c’entra, eccome se c’entra… Ormai navighiamo tutti da anni. Non ti è mai capitato di capitare in un sito web aziendale fatto molto bene e fermarti a pensare “Wow! Figo…”? O al contrario, ricordi di essere atterrato qualche volta su siti di fornitori e/o clienti ed esclamare “Ammazza che schifo ‘sto sito!”? O ancora, hai mai avuto reazioni negative incappando in foto di profilo di Facebook di persone con le quali hai a che fare al lavoro?
Non t’è mai capitato di pensare “guarda questo com’è conciato"? Oppure, come successo per il mio collega, incappare in un video "fatto male" tecnicamente e soffermare la tua attenzione su quello sorvolando sul contenuto? Probabilmente ti sarai rivisto in tutte le situazioni da me raccontate.
Ma quindi, se è vero come è vero che il “bello” ci fa partire col “piede giusto” nei rapporti con la controparte, perché non usare a proprio favore questo meccanismo automatico del nostro cervello per presentarci nella maniera migliore anche online? Perché non realizzare un sito web anche MOLTO bello graficamente, che faccia esclamare "Wow" quando ci si atterra? E perchè non farsi fare un servizio fotografico per avere le proprie foto di qualità professionale se utilizziamo i social per la nostra presenza online? Oppure dotarsi di una webcam e microfono di buon livello, uno sfondo neutro risolvendo i principali problemi dei video "brutti" con un massimo di € 200 di spesa?
E’ chiaro che la “bellezza” di come ci presentiamo NON è tutto. E’ evidente che se produco mattoni di terracotta l’aspetto grafico del mio sito conta meno che se produco mobili di lusso, o gioielli, o abbigliamento d'alta moda.
Ma “l’effetto alone” è un meccanismo del nostro cervello analizzato e conosciuto in psicologia da un secolo. E’ un fatto, e il suo effetto prescinde dalla nostra volontà. Sta a te decidere se usarlo o meno a tuo favore. Sta a te decidere se gli utenti che atterrano sulle tue presenze online debbano esclamare “Wow” o “Ammazza che schifo!”.
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