L'importanza di aprire le spalle
Un giorno, durante la mia infanzia, chiesi a mia madre di comprarmi, sul mitico Postalmarket, una fascia elastica per tenermi dritta la schiena. Credo fosse il periodo delle scuole medie, quelle che oggi si chiamano scuole secondarie di primo grado, che, per noi maschietti, coincide spesso con l'ammirazione del completamento dello sviluppo sessuale femminile, che in genere inizia prima del nostro, e con l'attesa di raggiungerle per poter condividere pienamente la pubertà. Beh, per me l'attesa fu lunga, per via del ritardo nel mio sviluppo fisico e gli attributi del mio corpo, tono della voce incluso, restarono "primari" quasi fino alla fine del ciclo di scuole superiori. Quell'esclusione fisica ed emotiva dal mondo "secondario" mi portò a rimpiangere quell'eden "primario" in cui venivo considerato, apprezzato e, a volte, adorato, contribuendo a incurvare la mia postura in una sorta di ripiegamento su me stesso, in cerca di protezione e di strategie alternative di soddisfazione dei miei bisogni. Oggi, il percorso di ripiegamento si è felicemente concluso con una riapertura alla vita soddisfacente. La mia schiena non è sempre dritta ma neanche sempre curva, direi che muta con il variare del mio stato psicofisico, soprattutto in caso di stanchezza. Ancora noto una tendenza a incurvarmi ma la flessibilità raggiunta negli anni, che continuo ad allenare, mi permette di alternare stati di chiusura e di apertura, introversione ed estroversione direbbe Jung, attraverso cui riesco a lasciar andare, farmi attraversare, tenere per me, condividere con gli altri, cadere e rialzarmi, quasi sempre in maniera funzionale. In breve, la mia curva è una parte di me che tengo d'occhio, che diviene risorsa o limite, un po' come i #meccanismididifesa.
Ora, non voglio dire che ci sia per forza una causalità tra lo stato del mio corpo e quello della mia mente, tuttavia la #sincronità tra i miei stati cifotici e le mie sensazioni psicofisiche mi spinge a riflettere. Osservando l'avanzamento della testa e dei suoi organi di senso, e la retrocessione del cuore, nella gabbia toracica, mi viene in mente la lumaca, la cui strategia adattiva consiste nel portare avanti le antenne per sondare i pericoli e nel protegge le parti vitali all'interno di una corazza, che porta sulla schiena. Questo immagine simbolica ha recentemente trovato dei fondamenti scientifici.
Oltre ai contributi di Amy Cuddy (già citata in un articolo precedente), riguardo alle influenze delle posture del corpo sulla mente e sulle emozioni, ho trovato alcuni studi più specifici che suggeriscono una correlazione diretta tra il tenere la schiena dritta, quindi allargando le spalle e aprendo il petto aperto, e l'aumento della produzione di ossitocina, nota come l'ormone legato alla fiducia e al legame sociale (Paul Zak, Dacher Keltner, Michael W. Kraus). Mi hanno particolarmente colpito anche le ricerche di Karen Parker, PhD alla Stanford University, sugli effetti dell'ossitocina sulle relazioni sociali e interpersonali, sullo sviluppo infantile e comunicazione sociale, sull'empatia e sul comportamento nei soggetti con autismo
Leggendo, ho scoperto che l'ossitocina ha un sottoprodotto, una sostanza chimica chiamata ossido nitrico (NO) portatrice di un segnale in grado di far espandere le arterie e i tessuti del cuore e anche dei polmoni. Questa espansione interna può essere anche provocata meccanicamente, dall'esterno, muovendo la cassa toracica all'infuori, in modo che la sua apertura inneschi la produzione di ossido nitrico.
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Questa è la buona notizia di oggi!
I movimenti del corpo di allungamento e apertura dell'area del torace e del cuore, alimentano la nostra disposizione positiva nei confronti dell'altro. Nel Pilates e nello Yoga, possiamo ritrovare differenti posizioni che spingono lo sterno ad aprirsi, ora verso il cielo, ora verso il suolo o la parete. A me risulta particolarmente piacevole, ad esempio, ruotare le spalle indietro, portando le mani a unirsi dietro la schiena mentre respiro e mi rilasso. Ma anche il classico cane rovesciato, Adho Mukha Svanasana, o la posizione del cammello, Ustrasana, mi lasciano con una sensazione positiva, di relax, fiducia, presenza.
Un altro esercizio che facilita la produzione di ossitocina sono gli abbracci, come ci ricordano due psicologi italiani, Francesco Bruno e Sonia Canterini che nel loro libro "La scienza degli abbracci (Franco Angeli, 2018).
Un'altra pratica che consiglio è quella degli abbracci immaginari, semplice e comoda, perché possiamo realizzare in autonomia. Si tratta di fare un cerchio largo con le mani, immaginando di appoggiare la testa sulla spalla di una persona a noi cara, respirare e lasciar emergere l'emozione. D'altronde lo diceva già Virginia Wolf, nel secolo scorso:
"Abbiamo bisogno di 4 abbracci al giorno per sopravvivere, 8 abbracci per mantenere il nostro benessere e 12 abbracci per crescere".
Quindi, un caro abbraccio a me, a te, ai nostri cari e a tutti i/le consenzienti, per cambiare la chimica di questo mondo, troppo spesso tossica, basta poco...
#Peace, #freelove and #freehugs
Psicologa Psicoterapeuta della Gestalt
9 mesiInteressante, Gilberto e tante buone suggestioni. Grazie
Room division manager - Masseria Torre Maizza - Rocco Forte Hotels
9 mesi“Spalle aperte, cuore libero”