Speciale Russia-Ucraina: Intanto, In Bielorussia...
10 giorni di fuoco
Tutto pronto per l’esercitazione militare “Risolutezza alleata 2022”. Oggi le ultime truppe russe delle 30mila previste stanno raggiungendo il confine tra Bielorussia e Ucraina, a due ore da Kiev, dove da domani e per i prossimi dieci giorni saranno impegnate in esercitazioni congiunte con l’esercito bielorusso.
Cosa succederà dopo il 20 febbraio? Ieri Mosca ha annunciato che ritirerà i suoi soldati dalla Bielorussia dopo la fine dell’esercitazione (una delle promesse che Macron avrebbe strappato a Putin). Ma in Europa c’è chi, come la prima ministra della Lituania, teme si stia accordando troppa fiducia a Putin. Tanto che c’è chi parla di “nuovo 1938”: l’anno della Conferenza di Monaco in cui pur di evitare la guerra si acconsentì alle richieste di Hitler.
(Bielo)Russia
Indipendentemente dalla presenza dell’esercito russo, la Bielorussia appare sempre più come uno stretto alleato di Mosca. Negli ultimi mesi Lukashenko si è offerto di ospitare le armi nucleari russe, e ha concesso un uso quasi illimitato di quattro basi aeree, una missilistica, e 30 siti di stoccaggio.
Nel 2022 sono previste 20 esercitazioni militari congiunte tra i due paesi, e Minsk starebbe persino prevedendo di schierare 200 truppe in Siria a fianco delle forze russe. E dire che prima delle elezioni con annesse proteste di massa nell’agosto 2020, la Bielorussia poneva precisi limiti all'uso dei suoi siti militari da parte della Russia. Ma per Lukashenko la sopravvivenza politica vale più di una concessione a Putin.
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Momento fertile?
Nel legame tra Europa e Russia c’è troppa economia, e troppa energia, perché gli europei possano pensare con leggerezza a sanzioni efficaci. Non con la Bielorussia, a cui la Lituania ha recentemente imposto il divieto di utilizzare il porto di Klaipeda. Da qui Minsk esportava 12,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti potassici all’anno (20% delle forniture globali), che costituivano la principale fonte di entrate per il paese.
Una mossa che rischia però di avere un effetto boomerang: le spedizioni bielorusse passeranno ora dai porti russi, dando a Mosca un ulteriore leva su Lukashenko e un accresciuto potere di influenzare il mercato di questi prodotti (il cui prezzo non a caso è ai massimi degli ultimi 13 anni).
Dalla crisi del gas passeremo a quella dei fertilizzanti?