IL VIAGGIO DELL'EROE•19 Ritorno

IL VIAGGIO DELL'EROE•19 Ritorno

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

Lucia però non che trovasse la dottrina falsa in sé, ma non n’era soddisfatta; le pareva, così in confuso, che ci mancasse qualcosa. A forza di sentir ripetere la stessa canzone, e di pensarci sopra ogni vola, – e io, – disse un giorno al suo moralista, – cosa volete che abbia imparato? Io non sono andata a cercare i guai: son loro che sono venuti a cercar me. Quando non voleste dire, – aggiunse, soavemente sorridendo, – che il mio sproposito sia stato quello di volervi bene, e di promettermi a voi.

– I Promessi Sposi


Ci approntiamo a concludere questa vicenda, con un ultima occasionale imbeccata. Occasionale, perché Il Ritorno a Casa – come il Dibattito già è stato – è la seconda dinamica narrativa che, il racconto, sembra ritenere facoltativo, sebbene in essa trovi maggiore sostanza.

Il Ritorno a Casa non è meramente il ritorno al Mondo Ordinario; quello, lo vedremo, è ciò che è definito "Nuovo Equilibrio". Dunque l'uscita dal Mondo Straordinario – dal ventre del Leviatano – e il ritorno a un mondo equilibrato di cui l'Eroe ha finalmente possesso, non definisce in sé questo penultimo e facoltativo passaggio.

In cosa consiste allora?

Il Ritorno a Casa è la verifica della Rivelazione.
Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

È come una prova del nove narrativa. Dopotutto cosa ci dice che, in fondo, non ce la siamo cavata per fortuna? E se fossimo sopravvissuti al conflitto, alle arringhe del nemico, ma non ne fossimo cresciuti in coscienza? Dopotutto non è raro. È la ragione per cui temiamo i Deus ex machina, quelle forze superiori che ci levano dai casini, ma ci lasciano dentro le nostre immaturità.

E quando anche siamo stati proprio noi a compiere quel gesto, magari con coscienza, tuttavia non per questo siamo liberi ancora dal pericolo. Perché gli uomini sono veloci a dimenticare, e fraintendere. E non sono da meno i nostri Eroi, come il giovane Tramaglino.

Renzo è sopravvissuto alla mischia, ha perdonato il suo nemico, è stato baciato dalla grazia della provvidenza, tanto quanto Lucia. Eppure dov'è la sua coscienza di quanto accaduto? Racconta ai suoi figli – di cui anche l'autore perde il numero – quel che ha imparato da questa faccenda; e tutto ciò che ha da dire è cosa ha imparato a non fare.

Ma davvero basterebbe così poco? Se Renzo fosse cacciato di nuovo dentro i tumulti dei progetti divini, davvero basterebbe "non predicare in piazza, guardare con chi si parla, non alzare il gomito" e via così? Dubitiamo che Renzo abbia assunto la stoffa necessaria a trovarsi di nuovo separato dalla sua amata.

Eppure Lucia canta un'altra canzone. E l'evidenza della sua maturità, non sta solo nell'intelligenza di quanto dice, assai più corrispondente e veritiera per i fatti vissuti; sta più che altro nel fatto che dicendolo sorride.

L'Eroe che è cresciuto è quello che non ha più paura.
Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

Certo ci sono ancora tante cose di cui aver paura: non si smette mai di dover crescere. Ma chi si è trasformato è colui che non ha più paura di ciò di cui aveva paura al principio. Il male che lo spaventava non lo spaventa più, perché non è più male, non è più incognita e terrore e buio. La coscienza ha gettato una luce in quelle ombre, e l'Eroe ha ampliato i confini della sua mappa, ha allargato la sua conoscenza; ora possiede quel pezzo di mondo che gli era estraneo.

L'Eroe torna al suo Mondo Ordinario, ma percepisce una nuova dimensione. Vede la città, i tetti delle case, quel paesaggio che ha sempre amato e che ha inseguito nella memoria lungo tutto il suo viaggio lontano; e ora lo vede per quanto è piccino e silenzioso, ne scopre una nuova misura, quasi straniante. Ma non è il villaggio che si è fatto piccolo: è lui che si è fatto grande.

Non molti per esempio sanno che nel libro de Il Signore degli Anelli, dopo la sconfitta di Sauron i nostri eroi tornano alla Contea per trovare Saruman e Vermilinguo che l'hanno conquistata. Ecco allora che si muove battaglia per liberarla. Ma in fondo, è una vera battaglia? Possiamo forse temere per la Compagnia, o quel che ne resta? Tutte le prove, le sfide, i nemici, le tentazioni, non sono state più grandi e preparatorie che non quest'ultimo ostacolo? Cosa vale Saruman contro Sauron? Cosa abbiamo da temere?

L'unica Rivelazione che davvero conta, l'unica trasformazione che vale, è quella che non si esaurisce. È quella che diviene moneta per i giorni a venire, punto saldo del quotidiano. Cosa varrebbe per Luke sparare il proiettile ascoltando la Forza se poi non fosse più in grado di affidarsi a essa? Cosa varrebbe il grido di libertà uscito dai polmoni di Wallace, se poi dovesse svanire l'indomani, o l'anno dopo, o anche dopo una generazione, dimenticato assieme alla sua ribellione al Plantageneto?

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

È davvero necessario dunque il Ritorno a Casa? No: la Rivelazione è in sé sufficiente per il compimento del viaggio. Inception poteva concludersi con Cobb che usciva dal limbo assieme a Saito, senza dover tornare a casa e attivare quell'insidiosa trottola; l'Odissea poteva concludersi con la strage dei Proci senza che Penelope sfidasse ancora una volta Ulisse con la prova del letto; e ne La Strega, il Leone e l'Armadio non potevamo forse fermarci alla vittoria dell'esercito di Aslan, senza attardarci a vedere il regno dei quattro re fratelli?

Ma quanto vale alle volte potersi pizzicare giusto le guance e chiedersi: "ma è tutto vero? È davvero accaduto? Sono cresciuto? Non sono più il bimbo di ieri?"

E vedere che: sì, siamo uomini nuovi, donne nuove. Abbiamo combattuto la buona battaglia e ne siamo usciti più grandi di prima. Grandi abbastanza da poter sorridere ai pericoli per cui ieri piangevamo.



Imparare lo  Storytelling non serve solo a saper scrivere, ma anche a saper leggere, e a saper interpretare. Per questo  stiamo organizzando corsi di formazione per i docenti in storytelling. Desideriamo formare professori e insegnanti che siano in grado di guidare i loro allievi nel mare magnum delle storie.         
Dall' Odissea a  Il Padrino, dalla  Divina Commedia a  Game of Thrones: esiste un solo racconto che si ripete nelle più svariate e mirabili forme, eppure rimane lo stesso viaggio. È il viaggio dell'eroe.         
Stay tuned.
Emanuele Campagna

Studente a Roma (FVT) e direttore del Centro Evangelico di Cultura di Sondrio

5 anni

Complimenti. Idea brillante e ben dispiegata tra exempla e opportune inferenze. Grazie per la condivisione Alberto

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate