Agrivoltaico: tanto interesse (e tanto caos)
CRESCE IL NUMERO DI IMPRENDITORI FAROVEVOLI ALL’INTEGRAZIONE TRA SOLARE E AGRICOLTURA. PER EPC E SVILUPPATORI, QUESTA SOLUZIONE RAPPRESENTA UN’OPPORTUNITÀ PER RILANCIARE LA TAGLIA UTILITY SCALE IN ITALIA. MA SERVE MAGGIORE CHIAREZZA, UNA DEFINIZIONE DELLE AREE IDONEE E ITER AUTORIZZATIVI SEMPLIFICATI. DEL RESTO, COME SPIEGANO LE ASSOCIAZIONI DI SETTORE, QUESTI INTERVENTI NON SOTTRAGGONO TERRENO ALLE COLTIVAZIONI, MA LE VALORIZZANO
Si sente parlare ormai da tempo di agrivoltaico e dei benefici che questa soluzione potrebbe portare sia nell’ambito delle attività agricole e legate alla pastorizia e all’allevamento in Italia sia per l’importante contributo al raggiungimento degli obiettivi del Pniec entro il 2030. Questi richiedono 50 GW di nuovi impianti fotovoltaici, a terra e sulle coperture, affinché si arrivi a una potenza solare cumulata di 70/80 GW.
Oggi il fotovoltaico abbinato alle attività agricole, sia in modalità interfilare sia in modalità avanzata, potrebbe essere l’unica via possibile per sfruttare e valorizzare i terreni adibiti all’agricoltura. Il quadro che emerge in Italia è abbastanza favorevole alla diffusione di questa tecnologia. Cresce l’interesse da parte degli imprenditori agricoli, la tecnologia inizia a raggiungere un certo grado di maturità e, non meno importante, diversi EPC e sviluppatori si stanno strutturando per rispondere in maniera adeguata alla domanda di nuovi impianti in contesti agricoli. Insomma, non si avverte scarsa disponibilità di tecnologie e operatori attivi sul fronte dello sviluppo di impianti agrivoltaici. Sembrerebbe tutto pronto e in discesa per lo sviluppo di questa soluzione integrata.
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Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare, a partire dai tanti, troppi, falsi miti. Uno fra tutti è lo slogan secondo cui l’agrivoltaico “sottrae terreni agli agricoltori”. L’implementazione del fotovoltaico in agricoltura sta incontrando infatti diverse barriere legate proprio alle preoccupazioni in merito al consumo di suolo. Si sono così diffusi pregiudizi sull’accoppiata fotovoltaico-agricoltura, spesso fomentati anche dalla non chiarezza del concetto stesso di agrivoltaico. A ciò si aggiungono le incertezze normative, la poca chiarezza e i tempi di autorizzazione ancora troppo lunghi. Si tratta di elementi che rischiano di rallentare il potenziale di sviluppo del solare a terra, allontanando gli investitori.
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