CON TRANSIZIONE 5.0 È IL MOMENTO DEI MODULI MADE IN UE

CON TRANSIZIONE 5.0 È IL MOMENTO DEI MODULI MADE IN UE

LA MISURA, CHE PER IL BIENNIO 2024-2025 PREVEDE UN CREDITO D’IMPOSTA FINO AL 45% DELLE SPESE SOSTENUTE, INTENDE FAVORIRE INTERVENTI VOLTI ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA E DIGITALE DELLE IMPRESE ITALIANE. TRA QUESTI RIENTRANO L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI CON MODULI ASSEMBLATI O INTERAMENTE PRODOTTI NEI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA (ANCHE IN ABBINAMENTO ALLO STORAGE). È QUINDI TUTTO PRONTO: SI ATTENDE SOLO IL REGISTRO DELL’ENEA, CHE DOVRÀ STILARE LA LISTA COMPLETA DEI PRODOTTI CERTIFICATI E CONFORMI ALLA MISURA. L’INTERESSE È ELEVATO E ALCUNI PRODUTTORI HANNO GIÀ REGISTRATO UN IMPORTANTE INCREMENTO DEGLI ORDINI

Con la firma nel mese di agosto del testo ufficiale del decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 e con la pubblicazione da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy della circolare operativa, è entrata pienamente nel vivo la misura del Pnrr che riconosce un credito d’imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive situate in Italia. La circolare operativa fornisce infatti chiarimenti tecnici in relazione a specifici profili, utili ai fini della corretta applicazione della nuova disciplina agevolativa. Tra i chiarimenti ci sono anche alcuni aspetti legati all’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo. Ma andiamo con ordine.

Il Piano Transizione 5.0 nasce per favorire, per il biennio 2024 e 2025, la transizione energetica e digitale delle imprese italiane, incentivando nuovi investimenti tramite il sistema del credito d’imposta, fino al 45% delle spese sostenute. Il decreto definisce le procedure per l’accesso allo strumento incentivante, per il quale il governo ha stanziato 6,3 miliardi di euro legati al Pnrr. Possono accedere all’agevolazione fiscale tutte le imprese con sede in Italia e le organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, settore economico, dimensione e regime fiscale. Resta confermata la retroattività della misura, per cui saranno agevolati gli investimenti effettuati dal 1° gennaioio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025. È in particolare incentivata l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo. Sono escluse le biomasse, mentre sono compresi gli impianti di storage. In merito all’installazione di impianti fotovoltaici, il decreto conferma l’obbligo di utilizzare moduli iscritti al registro di cui all’articolo 12 del decreto legge 9 dicembre 2023 n. 181. E quindi, come si legge nel decreto legge 181, “moduli fotovoltaici prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con un’efficienza a livello di modulo almeno pari al 21,5%; moduli fotovoltaici con celle, prodotti negli Stati membri dell’Unione europea con un’efficienza a livello di cella almeno pari al 23,5%; moduli prodotti negli Stati membri dell’Unione europea composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem prodotte nell’Unione europea con un’efficienza di cella almeno pari al 24%”. Gli investimenti in impianti che comprendono i moduli delle lettere b) e c) concorrono a formare la base di calcolo del credito d’imposta per un importo pari, rispettivamente, al 120% e 140% del loro costo. Quindi, sono incentivate le installazioni che utilizzeranno moduli assemblati o totalmente prodotti nei Paesi dell’Unione europea.

Questo aspetto della misura potrebbe dare nuova linfa ai produttori europei di moduli, in un momento in cui i prezzi dei pannelli hanno raggiunto i minimi storici accendendo la competizione e creando ulteriori pressioni sui margini. I principali produttori hanno quindi certificato e lanciato sul mercato moduli conformi alla misura per rispondere a una domanda che, grazie proprio ai chiarimenti arrivati con la circolare operativa, è in forte crescita. C’è molto fermento da parte delle imprese che intendono far leva sull’agevolazione per efficientare i propri processi produttivi, con ricadute positive anche sul fotovoltaico (che, ricordiamo, è un intervento trainato). Essendo una misura nuova e non essendo passato molto tempo dalla pubblicazione delle regole operative, sono anche tante le domande attorno al Piano. E sarà necessario fugare i dubbi in tempi brevi, dato che gli incentivi valgono fino al 31 dicembre del prossimo anno. Per questo motivo diversi player del fotovoltaico, tra produttori e distributori, tra agosto e settembre hanno tenuto numerosi momenti formativi focalizzati su questa misura per rispondere a numerosi quesiti. «Il Piano Transizione 5.0 supporterà lo sviluppo di impianti con moduli assemblati in Europa e, in misura probabilmente minore, anche con celle made in Europe», spiega Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare. «Il vantaggio sarà consistente per i soggetti industriali che utilizzeranno il provvedimento: il credito d’imposta è decisamente significativo, per tutte le opzioni che si sceglieranno. La criticità maggiore risiede nel tempo che è passato dalla pubblicazione della norma alla definizione dei regolamenti GSE prima e del chiarimento sull’interpretazione della classe B, che è arrivato solo recentemente».

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