L’oversupply di moduli spinge i listini al ribasso

L’oversupply di moduli spinge i listini al ribasso

A FINE 2023 I PREZZI DEI PANNELLI HANNO REGISTRATO UN FORTE CALO A CAUSA DI UN ECCESSO DI OFFERTA. SOLO IN EUROPA, NEL PERIODO GENNAIO-SETTEMBRE, LA QUOTA DI MODULI IMPORTATA DALLA CINA HA SUPERATO QUANTO STIMATO PER TUTTO L’ANNO IN TERMINI DI POTENZA INSTALLATA , CON FENOMENI DI OVERSTOCK E CON UN ULTERIORE PRESSIONE SUI PREZZI E SULLE REDDITIVITÀ. A LIVELLO GLOBALE SI POTREBBE ASSISTERE A UNA NUOVA SELEZIONE DEI PLAYER, MENTRE NEL MERCATO EUROPEO I PIANI DI RESHORING RISCHIANO DI RALLENTARE. IN ITALIA, INVECE, PER EVITARE ULTERIORI SVALUTAZIONI, I PRINCIPALI DISTRIBUTORI STANNO RIVEDENDO LE PIANIFICAZIONI E SPOSTANDO L’ATTENZIONE VERSO SEGMENTI DI MERCATO IN FORTE CRESCITA, COME IL C&I

Nel corso del 2023 il mercato del fotovoltaico ha registrato un importante fenomeno di oversupply dei moduli fotovoltaici che ha spinto i prezzi al ribasso, invertendo il trend del biennio precedente. Nel 2021 e nel 2022, infatti, a livello globale il mercato era stato caratterizzato da fenomeni del tutto opposti, e in particolare da scarsa disponibilità di componenti, rincari dei prezzi delle materie prime e rallentamenti delle forniture. Oggi la situazione è totalmente differente. Da inizio anno, infatti, i prezzi dei pannelli hanno cominciato a calare vertiginosamente a causa di un eccesso di offerta, in particolare di polisilicio. Se si considera solo il mese di novembre, i prezzi dei pannelli di fascia media si sono attestati ben al di sotto dei 15 centesimi di dollaro al watt, con un calo di circa il 30% da inizio anno, stabilendo nuovi record al ribasso. Ma le fasce più basse sono arrivate addirittura a 10 centesimi di dollaro al watt.

Oggi l’offerta di moduli è decisamente più alta rispetto alla domanda di nuovi impianti fotovoltaici a livello globale. Questo aspetto sta quindi portando a fenomeni di oversupply e di overstock, con un’ulteriore pressione sui prezzi dei moduli e sulle redditività. Il calo dei prezzi potrebbe continuare anche per parte del 2024. Come vedremo tra poco, la capacità produttiva di polisilicio potrebbe infatti crescere di circa il 120% se si considera il 2022 (637 GW). Entro il 2026 la capacità produttiva di moduli in Cina potrebbe salire ulteriormente, fino a 1,6 TW. Con questi tassi di crescita, solo la capacità produttiva nel Paese asiatico potrebbe soddisfare la domanda globale annuale di nuovi impianti fotovoltaici fino al 2032. Non solo: la Cina manterrebbe anche una market share poco più superiore all’80% per quanto riguarda la capacità produttiva di moduli a livello globale nel periodo compreso tra il 2023 e il 2026.

È chiaro come, con questi numeri, la filiera produttiva al di fuori della Cina rischia di non poter competere. «Oggi i produttori di moduli europei, per essere competitivi, devono aumentare le proprie capacità produttive», dichiara Francesco Emmolo, general manager Italia e Grecia di Longi Solar. «Ci sono aziende strutturate che hanno seguito questa strada con le proprie capacità e le proprie risorse finanziarie, mentre altre, più piccole, sono state sovvenzionate. Per queste realtà è chiaro che i moduli prodotti devono essere venduti, e a tutti i costi, ma parliamo di player ormai virtualmente scomparsi dal mercato, che hanno visto come ultima spiaggia l’Europa per liquidare i propri stock. Tanti player hanno aumentato le esportazioni verso l’Europa, dove si è creato una sorta di effetto imbuto e un fenomeno di overstock nei magazzini, ma è un effetto del tutto temporaneo. L’Europa è ormai un mercato molto consolidato, dove nuovi brand faticano ad entrare; questo sta generando un’ulteriore pressione sui prezzi per i nuovi player. Questa situazione rischia di portare a un’ulteriore pressione e conseguente selezione anche sui produttori, facendo riferimento ad aziende finanziariamente meno stabili».

Per continuare a leggere l'articolo, clicca qui


Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Michele Lopriore

Altre pagine consultate