Grandi impianti: e adesso che succede?
TRA MAGGIO E LUGLIO IL SEGMENTO DELLE INSTALLAZIONI FOTOVOLTAICHE DI TAGLIA UTILITY SCALE È STATO FORTEMENTE SCOSSO DALLE PUBBLICAZIONI DEL DL AGRICOLTURA, CHE VIETA IL SOLARE SU TERRENI AGRICOLI, E DEL DM AREE IDONEE, CHE LASCIA ALLE REGIONI L’ULTIMA PAROLA SULLA DEFINIZIONE DELLE SUPERFICI PER LE INSTALLAZIONI DI NUOVI IMPIANTI (DA STABILIRE ENTRO FINE ANNO). IL CAOS GENERATO STA RIMANDANDO PROGETTI E RISCHIA DI ALLONTANARE POTENZIALI INVESTITORI, IN UN MOMENTO IN CUI LE GRANDI CENTRALI RICOMINCIAVANO A CRESCERE
Il mercato del fotovoltaico in Italia rischia di incontrare una nuova fase di turbolenza, dopo quella che ha colpito le piccole installazioni con la fine del Superbonus e delle misure relative a cessione del credito e sconto in fattura. Questa volta però a farne le spese potrebbero essere le grandi installazioni di taglia utility scale.
Tra maggio e luglio i decreti Agricoltura e Aree Idonee hanno scosso il mercato e fatto discutere per i rischi che potrebbero causare allo sviluppo di nuovi impianti fotovoltaici, in un momento in cui, per quanto riguarda le nuove connessioni, in Italia si era tornati a macinare numeri proprio grazie alle centrali di grandi dimensioni. Se si considerano, infatti, i primi sette mesi dell’anno, le installazioni di potenza compresa tra 1 e 10 MWp hanno registrato un incremento del 135% rispetto ai primi sette mesi del 2023. Da gennaio a luglio sono entrati in funzione ben 303 nuovi impianti per 781 MW. Sempre da inizio anno in Italia si contano venti nuove centrali connesse con potenza superiore ai 10 MWp, per una potenza totale di circa 633 MWp. Nei primi sette mesi del 2023 il dato era fermo a tre, per una potenza di 56 MW.
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Sembra quindi un buon momento per gli impianti fotovoltaici di taglia utility scale, anche se, come vedremo a breve, il rischio di rallentarne la crescita e allontanare potenziali investitori è molto alto. Anzi, è già visibile.
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La regione Sicilia ……….