Perché la pubblicità del Buondì è (molto) rischiosa PER TE

Perché la pubblicità del Buondì è (molto) rischiosa PER TE

Nei giorni scorsi avrai visto scatenarsi un putiferio sulla nuova pubblicità del Buondì (questa qui).

Sul web in centinaia si sono assicurati di dire la loro su questa pubblicità:

  •  Chi l’ha trovata geniale (😳),
  •  Chi l’ha trovata stupida,
  •  Chi l’ha trovata diseducativa (in riferimento alla “fine” che fa la mamma),
  •  E bla bla bla bla…

Insomma, un gran parlare…

Ovviamente, essendo una pubblicità, è EVIDENTE che l’unico aspetto di cui si dovrebbe discutere è quanto quella pubblicità si rivelerà EFFICACE.

Se fa vendere più Buondì = Successo.

Se più Buondì non se ne vendono = Fallimento.

Secondo me quella pubblicità è efficace?

La mia risposta è che NON LO SO.

Ci sono mille fattori che incidono sull’efficacia di un’azione pubblicitaria che non si possono calcolare a priori.

E poi comunque io faccio un altro lavoro, non il pubblicitario. Quindi mi astengo dal formulare giudizi.

L’aneddoto che mi porta a scrivere questo articolo.

Ieri ero al bar con un amico a prendere il caffè.

A un certo punto il discorso cade su questo argomento, la pubblicità del Buondì.

Nel parlarne a un certo punto lui fa:

“Secondo me con tutto il casino che stanno facendo e con tutta la gente che ne sta parlando è evidente che è stato un successo!”

 “Oh cacchio! Sto spot può fare danni grossi!”, ho pensato.

Ti spiego cosa intendo.

Appena ho sentito pronunciare al mio amico quella frase, mi si è accesa una lampadina.

Ed ho pensato: “Quanti imprenditori “normali” cominceranno a pensare che QUELLO è un tipo di pubblicità adatta anche a loro?”

“Quanti Social Media Manager da oggi in poi si scervelleranno per ideare il nuovo spot virale per il loro cliente, la Macelleria Da Renato Carni e Polli?”

Dove voglio arrivare

Quello che gioca la Motta è uno sport diverso da quello che giochiamo io e te.

Il Buondì è una brioche prodotta dal 1953 (fonte Wikipedia) che ha un brand ormai CONSOLIDATO nella testa delle persone.

Che lo si mangi o no, che piaccia o no, il Buondì lo conoscono tutti. TUTTI.

Se fai TU una pubblicità simile a quella, non ne parlano tutti i giornali: No, se ti va bene non ti si fila nessuno.

Ti mostro due esempi.

1. Speakare il Volo (British School)

La prima immagine è la locandina pubblicitaria di British School, una “catena” di scuole di inglese.

La pubblicità come vedi è creativa, dice Speakare il Volo, utilizzando il gioco di parole.

Carina vero? 

Manco per sogno.

Quella è una pubblicità che non serve a una fava.

Pensa a se vedessi TU quella locandina nella tua città: ti viene voglia di chiamare la scuola? Ti prende una voglia matta di imparare l’inglese?

Non scherziamo, per favore…

2. Dolcetto o Terremoto (Ristorante Vegano)

La seconda immagine si riferisce a una locandina pubblicata su Facebook da un ristorante vegano lo scorso autunno (se non ricordo male).

Ho eliminato il nome del ristorante volutamente.

Quello slogan faceva riferimento ai tragici terremoti avvenuto lo scorso anno in Italia, e in occasione di Hallowen, il Social Media Manager di quel ristorante ha ben pensato di creare quella locandina.

Risultato: uno tsunami di letame ha sepolto lo pagina Facebook di quel ristorante, che non so quanto sia in salute oggi, ma posso ipotizzare che quella locandina quantomeno non sia stata efficace e utile a portargli nuovi clienti.

Conclusione:

Gli esempi della scuola di inglese e del ristorante che ti ho portato, possono anche non essere perfettamente paragonabili allo spot del Buondì.

Ma il punto non è quello.

Il punto è che quello che fanno la Motta o aziende simili, TU non lo puoi copiare.

Semplicemente perché sei MOLTO diverso da quelle aziende.

E NON puoi pensare a "pubblicità creative o virali", perchè butti soldi. Garantito.

Devi invece sforzarti di spiegare SEMPRE nella tua comunicazione perchè i clienti dovrebbero preferire te alla concorrenza.

Così forse riesci a vendere di più e acquisire cliente grazie al web.

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